Nuovo Decreto: benefici per tutte le tecnologie rinnovabili

Il nuovo decreto sulle Comunità energetiche rinnovabili è in arrivo, per procedere si attende il placet dell’Unione Europea.

L’energia rinnovabile sta diventando sempre più accessibile, ma sarà attraverso le comunità energetiche che in futuro sarà possibile ottimizzarne i vantaggi.

Negli ultimi anni l’Italia ha compiuto importanti passi in avanti in termini normativi attraverso l’attuazione di provvedimenti legislativi, alcuni già in vigore e altri pianificati ed ancora in fase di realizzazione. L’obiettivo delle azioni messe in campo è creare e realizzare un modello innovativo di gestione di energia che trova la sua espressione più completa nelle Comunità Energetiche (CER).

L’Italia, rispetto ad altri paesi europei, paga un ritardo sotto il profilo normativo che gli ultimi governi hanno tentato di ridurre. Tra le nuove normative varate ricordiamo tra i più recenti interventi legislativi:

 

  • l’articolo 42-bis del Decreto Milleproroghe 162/2019, convertito con la Legge n. 8/2020 del 28 febbraio 2020, attraverso cui sono state riconosciute le comunità energetiche rinnovabili;
  • I provvedimenti attuativi quali la delibera 318/2020/R/eel dell’ARERA e il DM 16 settembre 2020 del MiSE;
  • e infine il recepimento della Direttiva Europea RED II sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, con la quale l’Unione Europea riconosce valenza giuridica alle associazioni e introduce la figura del produttore/consumatore di energia (prosumer).

 

L’ iter normativo conduce fino alla recente proposta di decreto sulle comunità energetiche che con il Ministro dell’Ambiente e della Sostenibilità Energetica (MASE) Gilberto Pichetto Fratin, ha avviato il suo l’iter con la trasmissione all’Unione Europea. Obiettivo del decreto è incentivare la diffusione di energia da fonti rinnovabili con la formula dell’autoconsumo. “Con questo provvedimento – ha spiegato il MinistroPichetto – diamo all’Italia una nuova energia tutta rinnovabile. Il testo, rafforzato e arricchito dalla consultazione pubblica, è uno strumento coerente con il doppio obiettivo di questo governo: la decarbonizzazione entro il 2030 e l’autonomia energetica.”

Sarà l’Unione Europea a dare il via libera che consentirà di passare all’azione. La macchina normativa è in funzione ed il decreto per incentivare la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili sembra diventerà operativo nel breve periodo.

Quali sono le misure previste dal Decreto?

Il Decreto prevede l’introduzione essenziale di due misure a supporto dello sviluppo di nuove Comunità Energetiche.  All’introduzione di un incentivo in tariffa si accompagna un contributo a fondo perduto.
L’incentivo in tariffa sulla quota di energia condivisa da impianti a fonti rinnovabili considera una potenza finanziabile pari a complessivi 5 gigawatt, con un limite temporale fissato a fine 2027.
Il contributo a fondo perduto sarà destinato alle sole comunità realizzate in comuni con una popolazione inferiore ai 5000 abitanti. La misura permette l’erogazione di contributi a fondo perduto fino al 40% dell’investimento a supporto di interventi per la realizzazione di nuovi impianti ma anche per il potenziamento di impianti già esistenti.

Gli allegati della proposta di decreto presentano indicazioni di dettaglio ed indicano tre distinte fasce di incentivi variabili.

Gli incentivi per gli impianti di potenza fino a 600 kilowatt, per cui la tariffa è composta da un fisso di 60 euro per megawattora più una parte variabile che non può superare i 100 euro per MWh. Per quelli di potenza compresa tra 200 kW e 600 kW, il fisso è di 70 euro più un premio che non può andare oltre i 110 euro per MW. Infine, per gli impianti al di sotto o pari ai 200 kilowatt, il fisso è di 80 euro più una tariffa premio non superiore ai 120 euro per megawattora.

È previsto un fattore di correzione a seconda della zona geografica: 4 euro per megawattora in più per le Regioni del Centro (Lazio, Marche, Toscana, Umbria e Abruzzo) e 10 euro per MWh in più per quelle del Nord (Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto).

Quali sono i soggetti e tecnologie coinvolti?

Il Decreto pone l’attenzione sul alcune tecnologie. Nello specifico le tecnologie interessate sono legate ad impianti fotovoltaici, eolici, idroelettrici e anche le biomasse. I soggetti chiamati ad agire e maggiormente coinvolti sono gruppi di cittadini, condomini, PMI, Enti Locali e religiosi, associazioni.

Chi vorrà beneficiare delle disposizioni ministeriali potrà decidere di associarsi ad una Comunità. Il percorso prevede in primis la necessità di individuare un’area dove realizzare l’impianto con tecnologie rinnovabili da cui potranno trarre energia anche tutti gli altri utenti connessi alla stessa cabina primaria. Le regole operative per l’accesso agli incentivi saranno approvate e rese note entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto con un ulteriore ed apposito DM ad emanazione del MASE.

Perché convengono le Comunità Energetiche?

Sono molteplici ed evidenti i benefici di natura ambientale, sociale ed economica che le Energy Community consentono di ottenere già oggi ai membri della comunità. Questi benefici sono la base su cui si fonda la volontà di ampliare la portata del progetto prevedendo, nel prossimo decennio, il ruolo predominante che il nuovo paradigma energetico individuato con le Comunità Energetiche Rinnovabili occuperà nella società.

I benefici certi e prevedibili riguarderanno la riduzione dell’impatto ambientale sul territorio circostante e delle emissioni di CO2 nell’aria.

Complessivamente sarà grande e nettamente positivo l’impatto che le Comunità Energetiche avranno sulla qualità della vita, elargendo un beneficio condiviso tra tutti i soggetti che vi aderiranno. Il risparmio energetico sarà notevole consentendo di ottenere un calo dei consumi e dei costi.

 

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