Il documento definito Decreto Agrivoltaico Innovativo, ha seguito un iter tutt’altro che rapido, visti i 6 mesi richiesti per l’approvazione da parte dell’esecutivo dell’Unione Europea, che lo ha ricevuto nel mese di Maggio 2023.
La scorsa settimana è stato diffuso il testo finale del provvedimento che regolerà gli investimenti destinati agli impianti agrisolari. Il passo successivo lo renderà praticamente pubblico in Gazzetta ufficiale.
Il testo del decreto di incentivi all’ agrivoltaico “innovativo” nell’ambito del Pnrr è stato firmato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, lo scorso 21 dicembre.

Le prime dichiarazioni del Ministro Pichetto hanno trasmesso entusiasmo e fiducia nel Decreto stesso, definendo tutta la politica sulle rinnovabili operata dal Governo : “una chiave per la decarbonizzazione in un settore strategico, fatta attraverso un uso intelligente e sostenibile del suolo”. “L’agricoltura italiana, eccellente per la sua qualità riconosciuta in tutto il mondo – ha poi commentato Pichetto – sarà ancor più protagonista della transizione ambientale ed energetica”.

Le novità

Il provvedimento, inviato lo scorso maggio, ha avuto il via libera dalla Commissione Europea a metà di novembre. Rispetto alla versione inviata a Bruxelles in maggio il provvedimento ha un’unica differenza sostanziale e alcune piccole correzioni. L’ultima versione modifica le modalità di partecipazione alle aste di impianti ubicati in altri Stati. L’articolo dedicato è il 17 e definisce di partecipazione alle aste ai soggetti presenti sul territorio di Stati confinanti con l’Italia che esportano fisicamente la loro produzione in Italia, ma ai soli fini dell’accesso alle tariffe incentivanti, alle condizioni e secondo le modalità indicate nell’articolo.
Una ulteriore modifica apportata al testo riguarda la copertura temporale delle aste e dei registri cadenzata precedentemente nel biennio 2023-2024 e modificata con la prescrizione di procedure che si tengano tutte nel 2024.

Il decreto entrerà in vigore solo dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e sul sito del Mase, attualmente è ancora all’esame dei magistrati contabili. A seguito della pubblicazione il provvedimento diventerà operativo a seguito della pubblicazione delle regole operative a cura del GSE. La pubblicazione delle regole operative dovrebbe avvenire entro 15 giorni dalla pubblicazione su GU e sito Mise.

Cosa prevede il decreto

Attraverso l’attuazione di due misure di dettaglio il decreto prevede:

  • Obiettivo: installazione di almeno 1,04 GW di sistemi agrivoltaici avanzati
  • Deadline: 30 giugno 2026
  • Contributo: in conto capitale fino al 40% dei costi ammissibili e una tariffa incentivante sulla produzione di energia elettrica netta immessa in rete.
  • Importi: il contributo in conto capitale è pari ad oltre un miliardo di euro ed è finanziato attraverso investimento del Pnrr; l’importo per la tariffa incentivante è invece stimata per un importo di 21 milioni annui.
  • Accesso: tramite registro riservato al comparto agricolo per impianti sotto 1MW (contingente di 300 MW riservato al comparto); accesso tramite asta dedicato sia al comparto agricolo che alle associazioni temporanee di imprese per impianti di qualsiasi potenza (contingente di 740 MW riservato che includano almeno un soggetto del comparto agricolo).

Registri e aste nel 2024

Le modalità di accesso agli incentivi, tramite aste e registri, seguiranno le procedure che saranno bandite dal Gse nel corso dell’anno 2024. Queste procedure saranno avranno una periodicità di divulgazione e metteranno a disposizione contingenti di potenza. I contingenti di potenza potranno beneficiare di incrementi definiti sulla base delle quote non assegnate nelle procedure precedenti.
L’accesso agli incentivi, in ogni caso, potrà essere concesso solo ad impianti per i quali i lavori non siano iniziati prima della presentazione dell’istanza di partecipazione.
Avranno priorità le offerte che, nel caso di più domande per un contingente in cui la riduzione dell’offerta sia paritaria, avranno una maggiore percentuale di energia in autoconsumo per l’azienda agricola nonché la cui domanda sia stata presentata in una data precedente.
Nel caso in cui per uno stesso impianto sia presentata contestualmente domanda di iscrizione sia alle procedure d’asta che di registro, nel formare le rispettive graduatorie il Gse farà prevalere la richiesta di iscrizione alla procedura d’asta.

Gli incentivi

La soglia di demarcazione per la definizione della tariffa spettante è relativa alla taglia di impianti: se superiore o inferiore ai 200 kW.
Gli impianti al di sotto di questa soglia avranno una tariffa omnicomprensiva con il ritiro dell’energia da parte del Gse; gli impianti invece al di sopra dei 200 kW prevedono una tariffa a due vie (la differenza tra la tariffa spettante e il prezzo di mercato viene colmata dal Gse, se negativa, o dal produttore, se positiva) e l’energia resta nella disponibilità del produttore.

La durata di erogazione delle tariffe è di 20 anni e, per gli impianti al di sotto dei 300 kW, sono pari a 93 €/MWh e per quelli al di sopra dei 300 kW sono pari a 85 €/MWh. Queste cifre sono da intendersi come valori massimi per l’asta.
In aggiunta, sono previsti dei premi che vanno a sommarsi a quanto suddetto e che sono differenziati su base territoriale. Questi premi aggiunti sono pari a 4 €/MWh per le regioni del Centro e 10 €/MWh per le regioni del Nord.
L’erogazione degli incentivi è sospesa nelle ore con prezzi di mercato a zero (ovvero nelle ore in cui si registrano prezzi negativi, se fossero introdotti nel regolamento del mercato elettrico italiano).
Il contributo a fondo perduto del 40% invece si calcola su una spesa massima di 1.700 €/kWp per progetti sotto ai 300 kW e di 1.500 €/kWp sopra a quella soglia.

I requisiti di accesso

L’accesso alle procedure bandite è riservato agli che garantiscono il rispetto dei seguenti requisiti:

  • Superficie minima destinata all’agricoltura deve essere almeno il 70% della superficie totale
  • Per attività di zootecnica i moduli devono avere un’altezza minima dal suolo di 1,3 metri per garantire il passaggio dei capi di bestiame e per impianti con moduli in posizione verticale fissa
  • Per le attività colturale i moduli devono avere un’altezza minima di 2,1 metri per consentire il corretto passaggio e funzionamento dei macchinari atti alla coltivazione
  • La produzione elettrica specifica dell’impianto agrivoltaico deve essere almeno al 60% della producibilità elettrica di un impianto fotovoltaico di riferimento.

La definizione degli impianti incentivati prevede che si tratti, tra le altre cose, di “soluzioni integrate innovative con montaggio dei moduli elevati da terra, anche prevedendo la rotazione dei moduli stessi, comunque in modo da non compromettere la continuità delle attività di coltivazione agricola e pastorale”. Questa continuità sarà verificata con le modalità stabilite dalle linee guida Crea-Gse.

Come anticipato precedentemente, il tempo a disposizione per l’entrata in esercizio degli impianti che si posizioneranno in graduatoria in posizione utile è fissata entro i 18 mesi dalla data di comunicazione dell’esito della procedura e, in ogni caso non oltre il 30 giugno 2026.