Il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MISE), Gilberto Pichetto, ha firmato e trasmesso alla Corte dei Conti il Decreto di incentivazione alla diffusione dell’autoconsumo di energia da fonti rinnovabili.

Il provvedimento disciplina le modalità di incentivazione a sostegno della produzione di energia elettrica da impianti a fonte rinnovabile inseriti in configurazioni definite di autoconsumo per la condivisione dell’energia prodotta, ovvero una comunità energetica.

Cos’è e come funziona una CER?

Una Comunità Energetica è un’associazione di cittadini, attività commerciali, pubbliche amministrazioni locali e piccole/medie imprese. L’associazione così costituita è mossa dalla comune volontà di unire le forze con l’obiettivo di produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili su scala locale.

Le Comunità energetica prevede il coinvolgimento di una serie di soggetti che costituiscono un ente legale. Il vantaggio offerto dalla CER è legato alla possibilità di produrre energia elettrica pulita, autoprodotta e condivisa attraverso fonti rinnovabili come gli impianti fotovoltaici, a prezzi accessibili ai propri membri.

Cosa prevede il decreto CER 2024?

Il decreto chiarisce le disposizioni per la definizione della tariffa per la quota di energia in riferimento agli impianti di produzione da fonte rinnovabile.
La quota oggetto della disposizione avrà validità fino al 31 dicembre 2027 e sarà applicabile per una potenza totale incentivata di 5GW.
Nel testo sono inserite specifiche disposizioni per l’erogazione di contributi.
I contributi sono pari al 40% dei costi per lo sviluppo delle Comunità Energetiche configurate per un uso collettivo nei comuni inferiori a 5000 abitanti, che realizzino impianti ad energia rinnovabile anche modulari, ma che prevedano l’uso collettivo.
Questo passaggio è comunque previsto dal piano di investimenti del PNRR nell’ambito di promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l’autoconsumo.

Le disposizioni sono applicabili fino al 30 giugno 2026, e contemplano la realizzazione di un impianto di potenza pari almeno a 2GW, per una produzione annuale minima di 2.500 Gwh ed ovviamente finché ci sia disponibilità delle risorse stanziate.

Le linee guida del Decreto

Il Decreto CER 2024 ha poi dettato le linee guida delle modalità di accesso ed erogazione dei finanziamenti dedicati proprio alle CER, ponendo anche requisiti minimi ed altri dettagli utili:

Gli incentivi del Decreto CER 2024 si applicano agli impianti a fonti rinnovabili, inseriti all’interno delle configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile, che rispettano – tra gli altri – i seguenti requisiti:

  • l’impianto non deve avere potenza superiore a 1 MW;
  • le CER devono risultare già regolarmente costituite alla data di entrata in esercizio degli impianti che accedono al beneficio; inoltre, la partecipazione delle imprese alle CER in qualità di soci o membri è consentita esclusivamente per le PMI;

La tariffa incentivante, viene poi così suddivisa:

  • per gli impianti di potenza superiore a 600 kW la tariffa è composta da un importo fisso di 60 euro/MWh più una parte variabile che non può eccedere il valore di 100 €/MWh;
  • per gli impianti di potenza maggiore di 200 kW e fino a 600 kW l’importo fisso è di 70 euro più un premio che non può eccedere il valore di 110 €/MWh;
  • infine, per gli impianti di potenza minore o uguale a 200 kW l’importo fisso è di 80 euro più un premio che non può eccedere il valore di 120 €/MWh.

Gli incentivi presenti nel Decreto CER 2024 sono cumulabili con contributi in conto capitale nella misura massima del 40%.
Il periodo di diritto alla tariffa incentivante è pari a 20 anni e decorre dalla data di entrata in esercizio commerciale dell’impianto.

Discorso molto simile per quanto riguarda il contributo in Conto Capitale, anche in questo caso per accedere al finanziamento occorrerà rispettare certi parametri:

  • le CER dovranno essere già costituite al momento della richiesta,
  • la potenza massima del singolo impianto, o dell’intervento di potenziamento, non sarà superiore a 1 MW;
  • Avvio dei lavori successivo alla data di presentazione della domanda di contributo;
  • Possesso del titolo abilitativo alla costruzione e all’esercizio dell’impianto;
  • Connessione degli impianti di produzione e dei punti di prelievo facenti parte le CER connessi alla rete di distribuzione sottesa alla medesima cabina primaria;
  • Entrata in esercizio entro diciotto mesi dalla data di ammissione al contributo e comunque non oltre il 30 giugno 2026 (target PNRR).

Il costo di investimento massimo di riferimento per l’erogazione del finanziamento è di:

– 1.500 €/kW per impianti fino a 20 kW,

– 1.200 €/kW per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW,

– 1.050 €/kW per impianti di potenza superiore a 200 kW e fino a 1.000 kW.

Le spese ammissibili elencate nel decreto sono le seguenti :

  • realizzazione di impianti a fonti rinnovabili (es. componenti, inverter, strutture per il montaggio, componentistica elettrica);
  • fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo;
  • acquisto ed installazione di macchinari, impianti ed attrezzature hardware e software, comprese le spese per la loro installazione e messa in esercizio;
  • opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento;
  • connessione alla rete elettrica nazionale;
  • studi di prefattibilità e spese necessarie per attività preliminari, incluse le spese necessarie alla costituzione delle configurazioni;
  • progettazioni, indagini geologiche e geotecniche il cui onere è a carico del progettista per la definizione progettuale dell’opera;
  • direzioni lavori e sicurezza;
  • collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo essenziali all’attuazione del progetto.
Progetti

Lo stesso giorno di trasmissione del decreto, è stata annunciata la nascita di nove comunità energetiche e sociali nelle regioni meridionali, che saranno finanziate dalla Fondazione CON IL SUD con oltre 1,3 milioni di euro. Il progetto, che coinvolgerà 525 nuclei familiari, ha il duplice obiettivo di favorire processi partecipati di transizione energetica dal basso e di ridurre la povertà energetica in cui vivono le famiglie che si trovano in situazioni di difficoltà economica e sociale.

Le comunità energetica saranno così distribuite, quattro in Campania, due in Puglia, due in Sicilia ed una in Basilicata. Il modello proposto prevede l’installazione di impianti fotovoltaici sui tetti di strutture attorno a cui abitualmente ruota la vita della comunità stessa e l’individuazione del bacino iniziale da coinvolgere, dando priorità ai nuclei familiari in difficoltà economica. All’inizio sarà prevista una sorta di affiancamento da parte di un partner tecnico, presumibilmente Enel, ma nel tempo si punta a rendere indipendenti e responsabili, i membri stessi delle comunità coinvolte.